20 anni di scienze gastronomiche: 5 eventi imperdibili per celebrare Pollenzo

Scopri come l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo celebra il suo ventennale con una serie di eventi unici che uniscono cibo, cultura e sostenibilità.

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  • L'Università di Scienze Gastronomiche ha formato 3800 gastronomi in 20 anni, provenienti da 101 paesi diversi.
  • Dal 30 maggio al 3 giugno, l'Università celebra il ventennale con una serie di eventi tra cui incontri, dialoghi e workshop.
  • Nel 2017, l'Università ha ottenuto il riconoscimento accademico con la creazione di due nuove Classi di Laurea in Scienze Gastronomiche.

L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, situata nella frazione del comune di Bra in provincia di Cuneo, celebra i suoi vent’anni di attività. Fondata nel 2004 su iniziativa di Slow Food e del suo fondatore Carlo Petrini, in collaborazione con le regioni Piemonte ed Emilia Romagna, l’Università è stata la prima a dedicarsi allo studio del cibo come scienza autonoma e interdisciplinare. Dal 30 maggio al 3 giugno, l’Università festeggia questo importante traguardo con una serie di eventi che includono incontri, dialoghi, riflessioni, laboratori e workshop.

In questi vent’anni, l’Università ha formato 3800 gastronomi, di cui il 45% internazionali provenienti da 101 paesi del mondo. Questi professionisti sono dotati di conoscenze e competenze interdisciplinari che spaziano dalle scienze alla cultura, dalla politica all’economia e all’ecologia del cibo. L’Università ha promosso la gastronomia a scienza autonoma, ottenendo nel 2017 il riconoscimento accademico con la creazione di due nuove Classi di Laurea in Scienze Gastronomiche da parte del MIUR.

Educazione Alimentare: Un Nuovo Welfare

Durante le celebrazioni del ventennale, è stato lanciato un appello per l’inserimento dell’educazione alimentare come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni grado. Questo appello è stato sostenuto da figure di spicco come Maurizio Martina, direttore generale aggiunto della FAO, che ha sottolineato l’importanza di sviluppare un percorso di formazione che non sia solo legato al cibo, ma anche alla cittadinanza. Conoscere i popoli attraverso il cibo, le loro virtù e fragilità, è visto come un atto rivoluzionario in un contesto geopolitico e ambientale complicato.

Sveva Sagramola, autrice e conduttrice televisiva, ha evidenziato come l’educazione alimentare possa essere il primo passo verso un nuovo welfare dedicato ai più piccoli. Ha sottolineato la necessità di un nuovo umanesimo che permetta ai giovani di confrontarsi con la realtà e i valori dietro al cibo, in un’epoca in cui sono spesso educati da influencer attraverso i loro telefoni.

Il Ruolo dell’Istituzione Scolastica

Alessandro Barbero, professore di storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, ha evidenziato il ruolo cruciale dell’istituzione scolastica nell’introduzione dell’educazione alimentare. Ha affermato che le scuole sono un pezzo importantissimo e sacro del nostro Paese, senza le quali non ci sarebbe futuro. Ha sottolineato l’importanza di non trasmettere solo contenuti, ma di aprire le menti dei ragazzi e farli ragionare.

Carmine Garzia, professore di Economia Aziendale presso l’Università di Scienze Gastronomiche e coordinatore scientifico del Food Industry Monitor, ha spiegato come consumatori consapevoli possano generare una domanda di qualità, che a sua volta porta a un’offerta di qualità. Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico, ha evidenziato l’aumento delle temperature e la maggiore frequenza dei fenomeni atmosferici violenti negli ultimi vent’anni, sottolineando l’urgenza di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il Sostegno delle Associazioni e delle Istituzioni

Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e presidente dell’Associazione Amici dell’Università di Scienze Gastronomiche, ha ricordato il contributo fondamentale dell’Università nel migliorare il mondo delle scienze gastronomiche. Ha ringraziato l’Università per aver creato menti e cuori che operano per un nuovo equilibrio tra natura e tecnologia.

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha messo in evidenza l’importanza di educare le nuove generazioni a comprendere il vero valore del cibo. Ha parlato del lavoro svolto dalle fattorie didattiche di Coldiretti e ha sostenuto l’appello di Slow Food Italia e dell’Università di Scienze Gastronomiche per avvicinare i bambini al cibo attraverso il racconto della produzione agricola e degli aspetti sociali ed economici. Ha anche sottolineato la necessità di valorizzare la dieta mediterranea come modello di alimentazione sostenibile e salutare.

Bullet Executive Summary

L’educazione alimentare rappresenta un pilastro fondamentale per la formazione delle future generazioni. L’inserimento di questa materia nelle scuole di ogni grado non solo promuove una maggiore consapevolezza sul cibo e le sue implicazioni sociali, culturali ed economiche, ma prepara anche i giovani a diventare cittadini responsabili e consapevoli.

Una nozione base di educazione avanzata è che l’educazione alimentare può trasformare le scelte alimentari in una leva di cambiamento sociale. Questo concetto è particolarmente rilevante in un’epoca in cui le abitudini alimentari scorrette possono avere ripercussioni significative sulla salute e sull’ambiente.

Inoltre, una nozione avanzata è che l’educazione alimentare può contribuire a risolvere le sfide economiche, sociali e ambientali legate al cibo. Formare consumatori consapevoli e responsabili può generare una domanda di qualità che spinge l’intera filiera agroalimentare verso pratiche più sostenibili e innovative.

In conclusione, l’educazione alimentare non è solo una questione di nutrizione, ma un investimento nel futuro delle nostre società. Riflettiamo su come possiamo contribuire a questo cambiamento, sia come individui che come comunità.


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