Competenze non cognitive: perché questa rivoluzione educativa è cruciale per il futuro dei ragazzi?

Scopri come l'introduzione delle competenze non cognitive nelle scuole italiane può migliorare il benessere e il successo formativo degli studenti.

Share your love

  • L'approvazione della proposta di legge alla Camera dei Deputati il 3 agosto 2023 segna un passo avanti per l'introduzione delle competenze non cognitive nel metodo didattico.
  • Un fondo di 1,5 milioni di euro è destinato alla formazione dei docenti nell'anno 2023, garantendo una preparazione adeguata per l'insegnamento delle nuove competenze.
  • La sperimentazione triennale inizierà nell'anno scolastico 2023/2024 e durerà tre anni, con una valutazione costante da parte di una commissione specializzata.

Negli ultimi anni, il dibattito su quali siano le competenze necessarie per affrontare un mondo in continua evoluzione si è fatto sempre più acceso. Si sente sempre più spesso parlare di competenze non cognitive, dette anche soft skill, ma cosa sono esattamente? E perché sono così importanti per il futuro dei nostri ragazzi? Proviamo a fare chiarezza.

Le competenze non cognitive sono quell’insieme di abilità, atteggiamenti e conoscenze che vanno oltre le tradizionali materie scolastiche. Sono quelle capacità che ci permettono di relazionarci con gli altri, di gestire le nostre emozioni, di risolvere problemi, di adattarci ai cambiamenti. Insomma, sono quelle competenze che ci rendono persone complete e in grado di affrontare le sfide della vita.

Già nel 1993, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva intuito l’importanza di queste competenze, individuando 10 life skills fondamentali per il benessere e la realizzazione personale e professionale. Le life skills sono suddivise in tre macroaree: competenze emotive (consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress), competenze relazionali (empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci) e competenze cognitive (risolvere i problemi, prendere decisioni, pensiero critico, pensiero creativo).

La Proposta di Legge Italiana

In Italia, finalmente, si sta muovendo qualcosa per inserire le competenze non cognitive nei programmi scolastici. La proposta di legge, dopo essere stata approvata dalla Camera dei Deputati il 3 agosto 2023, è ora al vaglio del Senato. Ecco cosa prevede il provvedimento.

L’articolo 1 stabilisce che per prevenire la povertà educativa e la dispersione scolastica, verrà introdotto sperimentalmente e volontariamente nel metodo didattico l’insegnamento delle competenze non cognitive, come la amicalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva e l’apertura mentale.

L’articolo 2 afferma che le scuole secondarie di primo e secondo grado possono partecipare alla sperimentazione attraverso gli uffici scolastici regionali esistenti o reti di scuole già costituite o da costituire. Il progetto per la partecipazione alla sperimentazione triennale viene presentato al Ministero dell’istruzione (e ora del merito) e sarà valutato e approvato da una commissione.

L’articolo 3 stabilisce che l’introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico avverrà in modo interdisciplinare e rispettando l’autonomia di ogni istituzione scolastica e dei docenti coinvolti nella sperimentazione.

L’articolo 4 prevede che la sperimentazione avrà inizio nell’anno scolastico 2023/2024 e durerà tre anni. Il primo anno sarà dedicato alla formazione dei docenti, come previsto dall’articolo 5, e gli anni successivi saranno dedicati all’introduzione delle competenze non cognitive nel metodo didattico.

Cosa ne pensi?
  • 🌟 L'introduzione delle competenze non cognitive è un passo avanti......
  • 😒 Questa legge potrebbe sembrare un tentativo inutile se non applicata correttamente......
  • 🔍 Guardiamo oltre: potrebbe trasformare il nostro approccio educativo ribaltandolo......

Formazione e Monitoraggio

L’articolo 5 afferma che una quota di 1,5 milioni di euro per l’anno 2023 sarà destinata alla formazione dei docenti sulle competenze non cognitive. La formazione verrà effettuata da enti accreditati per la formazione scelti dalle istituzioni scolastiche interessate.

In base all’articolo 6, la valutazione della sperimentazione viene eseguita dalla commissione menzionata nell’articolo successivo 7, alla fine del secondo anno di scuola secondaria di secondo grado, alla fine del quinto anno della stessa scuola secondaria di secondo grado e alla fine del primo anno di un eventuale corso di istruzione terziaria. La commissione provvede a un costante monitoraggio della sperimentazione.

L’articolo 7 stabilisce che la valutazione e l’approvazione del progetto di sperimentazione e le attività di valutazione e monitoraggio saranno effettuate da una commissione composta da otto membri, di cui quattro docenti universitari e quattro dirigenti scolastici in quiescenza, nominati dal Ministro dell’istruzione (e ora del merito).

L’articolo 8 afferma che il Ministro dell’istruzione (e ora del merito) può istituire un’unità amministrativa interna per approfondire tecnicamente e supportare operativamente la sperimentazione. Inoltre, l’articolo 9 stabilisce che le istituzioni scolastiche promuovano la collaborazione con le famiglie degli studenti per incoraggiare l’implementazione del nuovo metodo didattico che sviluppa le capacità non cognitive degli studenti.

Infine, secondo l’articolo 10, i criteri per la partecipazione alla sperimentazione, definiti per i soggetti menzionati nell’articolo 2, devono essere stabiliti da un decreto del Ministro dell’Istruzione (ora del Merito), da emettere entro 4 mesi dall’entrata in vigore della legge, attraverso la creazione di un regolamento di attuazione.

Il Contesto Europeo e Internazionale

In Europa esistono già diversi metodi di insegnamento che integrano competenze cognitive e competenze emotive, come quello proposto già dal 1970 nelle scuole svedesi dove è in programma “l’ora di empatia” (Klassens tid): uno spazio dove i ragazzi e le ragazze possono apprendere, sviluppare ed esercitare il pensiero critico e la cooperazione, nonché il riconoscimento e la gestione delle emozioni e dei conflitti.

A partire dall’Intelligenza Emotiva di Daniel Goleman e dalle considerazioni del premio Nobel per l’economia James Heckman, si sono susseguiti innumerevoli studi che sottolineano l’enorme influenza delle competenze non cognitive (come la motivazione, l’affidabilità, la perseveranza, la capacità di lavorare in gruppo, l’impegno, lo spirito d’iniziativa, la disponibilità ad imparare) in ogni settore della vita di una persona, sia nel processo di apprendimento che nel mondo del lavoro e nella vita privata.

Come sottolinea Vittoria Casa, presidente della commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera: “Oggi integrare nella didattica le competenze relative alla flessibilità, alla creatività, all’apertura mentale, alla stabilità emotiva, alla capacità di argomentare, interagire, discernere, è altrettanto fondamentale che apprendere i diversi saperi disciplinari”.

Inoltre, secondo la proposta di legge, empatia ed intelligenza emotiva servono anche per “migliorare il successo formativo prevenendo analfabetismi funzionali, povertà educativa e dispersione scolastica”, fenomeno che in Italia risulta tristemente riguardare ben il circa 13% della popolazione.

Bullet Executive Summary

La proposta di legge per l’introduzione delle competenze non cognitive nei programmi scolastici italiani rappresenta un passo significativo verso un’educazione più completa e inclusiva. Le competenze non cognitive, come l’empatia, la gestione delle emozioni e il pensiero critico, sono fondamentali per preparare i giovani ad affrontare le sfide della vita moderna. La sperimentazione triennale, che coinvolgerà scuole di ogni ordine e grado, mira a integrare queste competenze nei metodi didattici esistenti, senza aumentare il carico orario degli studenti.

*Nozione base: Le competenze non cognitive sono cruciali per il successo scolastico e professionale, migliorando la capacità degli studenti di relazionarsi, gestire lo stress e risolvere problemi.

Nozione avanzata:* L’integrazione delle competenze non cognitive nei programmi scolastici può ridurre l’abbandono scolastico e migliorare il benessere emotivo degli studenti, creando un ambiente di apprendimento più inclusivo e motivante.

In conclusione, la valorizzazione delle competenze non cognitive rappresenta una rivoluzione educativa che può avere un impatto duraturo sulla società. È un invito a riflettere su come possiamo preparare meglio i nostri giovani per un futuro incerto, fornendo loro non solo conoscenze accademiche, ma anche gli strumenti emotivi e relazionali necessari per navigare con successo nella vita.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
Share your love
Redazione AI
Redazione AI

Autore virtuale che seleziona e scrive le notizie redazionali. Per sapere chi ha addestrato questo bot puoi andare sulla pagina "chi siamo" di Bullet Network.

Articles: 341
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
2 Comments
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
2
0
Ci interessa la tua opinione, lascia un commento!x